Il legno storto

Di rientro a Roma, sotto la canicola della via Pontina, intercetto con la coda dell’occhio l’indicazione per l’Abbazia di Fossanova. Nonostante la lista della spesa, inverto la marcia, incurante della linea continua, alla maniera di Thelma, alla maniera di Louise, e prendo il volo, libero come un’allodola, per trovare riposo sopra l’Albero della Vita. Ditemi, non è forse una chiesa, ogni singola chiesa, una scala verso il cielo? Quel grande tronco conficcato una volta sul Monte del Teschio non è forse diventato foresta di tabernacoli sparsi nel mondo? E ogni spiga di pietra coi riflessi del sole non è anche centro, rifugio, argine, fortezza, che rompe l’assedio dei leoni nell’arena? Mi guardo attorno, con il naso appeso all’insù, ammirato dalla statura regale della pietra nuda … Perché una schiera di monaci bianchi ha eretto quest’abbazia sopra una palude? La risposta è nelle parole del Papa nel giorno di Pietro e Paolo: “la chiesa non è una comunità di perfetti, ma di uomini e donne bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce del Cristo”. Cosa volevano dirci, allora, i fratelli di San Bernardo? Che c’è speranza, che non c’è luogo malsano che non possa essere bonificato, che il legno storto forse non può diventare dritto, ma può diventare tempio …

Dardi del deserto

Abba Lot andò a trovare abba Giuseppe e gli disse: “Secondo le mie possibilità, recito il mio ufficio, digiuno un pò, prego, medito, vivo nel raccoglimento e, per quanto posso, purifico i miei pensieri. Ora, cosa devo fare ancora?”. Allora il vecchio si alzò, distese le mani verso il cielo, le sue dita divennero come dieci fiaccole. “Se vuoi – gli rispose – diventa tutto di fuoco”.

I tacchi a spillo


Il calciatore coi tacchi a spillo della pubblicità del gay village mi ha ricordato la prima volta che ho visto una donna soldato dentro un paio di enormi anfibi …  Mi piangeva il cuore e non ho affatto pensato che fosse una conquista. A furia di credere che l’erba del vicino è sempre verde, abbiamo superato le colonne d’Ercole per affondare nel ridicolo e nell’inadeguato. Chiamiamo ciò libertà, ma è solo avanspettacolo …

E’ festa nel cielo!

Si narra che Santa Francesca Romana fosse salita in cielo tra una nuvola di fiori.   La scena è riportata in uno straordinario affresco nel monastero di Tor de’ Specchi. Ceccolella è in preghiera al suo capezzale circondata dalle sue sorelle. Un tappeto di mille colori la sospinge verso l’alto dove viene accolta tra le braccia del Risorto nel tripudio gioioso di angeli e santi, la chiesa bella che ci guarda dal cielo. Specchio di quella chiesa siamo noi, uomini e donne di quaggiù, in cerchio attorno a Chiara nella parrocchia di Santa Francesca Romana per l’ultimo abbraccio, per l’ultimo saluto. Una cascata di fiori ricopre l’altare fin sotto alla bara e sembra indicare a quest’anima bella la via che porta al cielo, attraverso una linea immaginaria, che passa per l’enorme  Cristo appeso in fondo all’abside  e poi diventa un’autostrada dritta verso il  Padre. Chiara negli ultimi giorni ha avuto paura, dice Don Vito, ma alla fine abbiamo riso in faccia al Drago … Capisci perché vogliono fare fuori la chiesa Ben? Perché ci insegna a diventare signori sulla morte. A guardarla negli occhi e a dirle sui denti, dov’è il tuo pungiglione, dove la tua vittoria? Chi ha una bella morte ha avuto una bella vita, dice Don Vito. È proprio così, stare al seguito di Colui che ha vinto la morte, ci regala, qui ed ora, una caparra di vita eterna, tutta un’altra vita! L’uomo moderno ha rimosso l’esperienza della morte e affidato la pratica ai tecnici, medici e paramedici, lontano dagli occhi lontano dal cuore, ma questo non l’ha liberato dalla paura e dall’angoscia delle cose ultime. Qui invece ė tutta un’altra storia, e i ragazzi cantano “è festa nel cielo!” ..

La fede secolarizzata

Hai ascoltato l’omelia del Papa nel giorno del Corpus Domini? Ha detto che la novità cristiana riguardo al culto è stata influenzata da una certa mentalità secolarista in voga negli anni sessanta e settanta. Come dargli torto Ben, ho sempre pensato che l’esperienza del sacro non ha molto a che fare con le luci alogene e le gambe accavallate. Non c’è più differenza tra un’assemblea di condomini e una di cristiani. Quelli col petto gonfio la fanno da padrone sia nell’una che nell’altra. Soggettivismo, psicologismo e sentimentalismo sembrano le note dominanti. Per non parlare di certi preti col maglione, dicono di essere come me, ma io voglio che siano più di me. Credo che il loro dire sia una scusa per non essere all’altezza del loro dover fare. Non mi convincono neanche gli stadi stracolmi di gente, per quel che mi risulta nelle arene hanno sempre avuto la meglio i leoni. Un’ultima cosa voglio dirla sulle nuove chiese, potrebbero essere cinema, hangar per aeroplani, centri commerciali, a seconda della dimensione o della posizione, ma non ditemi che sono luoghi sacri … Ridateci le chiese, lo grido a gran voce a quei vescovi inconvertiti che li avranno pur approvati e pagati quei progetti fatti da architetti atei. Ditemi, dov’è Dio nel cubo-incubo di Fuksas?  Uno che sta tra le nuvole … Dove nelle vele di Meier? Un altro che preferisce il rumore del mare … Ridateci una piazza, dico io, un campanile, una navata e un transetto a forma di croce latina. Semplicemente una chiesa, come la disegnano i bambini, così com’è sempre stata e come sarà sempre. Amen.