Buon Natale

Ho ricevuto in dono un Nuovo Testamento in miniatura. E’ datato 1844. L’Incipit è NOVUM TESTAMENTUM DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI. Mi è chiaro che deve essere stato cucito addosso ad un uomo d’azione. Non certo a un chierico che non avrebbe avuto alcun bisogno di infrangere i suoi occhi su caratteri che sfidano le particelle degli atomi. Da qualche parte ho letto che Junger, sulla linea del fronte, conservava nel tascapane un’edizione tascabile dell’Orlando furioso che estraeva  nelle pause tra un combattimento e l’altro per leggerne qualche strofa. Amava ricordare che la lettura era stata l’esperienza dominante della sua vita. Nel senso che solo attraverso la lettura era stato motivato all’azione … Gli uomini del bosco sono fatti così, stare nelle radici per trarre nutrimento dalla terra, per poi sprizzare tralci nelle multiformi frontiere della vita. A quelli un pò così, che stanno per scelta tra il chiostro e la trincea, coi piedi nel fango e lo sguardo verso il cielo, buon Natale.

Cara CEI ecco i preti che vorrei …

Messa-in-trincea-foto-Carlo-BalelliCollezione-Famiglia-Balelli-e1462439392522

Sono appassito a vedere l’ultimo spot della CEI sul sostentamento dei preti. La Chiesa sembra aver rinunciato al suo compito di trasmettere la fede per ridursi ad una associazione di volontariato dove signori vestiti di nero, tumefatti dalla vita, camminano sulle strade del mondo per portare coperte, arance e un pasto caldo, ma non Gesù Cristo, vero cibo, ai più deboli e dimenticati … Domenico Giuliotti, il primo salvatico, nel 1914 scriveva di altri preti, preti francesi che le circostanze del tempo avevano portato sulla linea del fronte. Abbiamo bisogno di preti così, pronti a dare la vita per “il piccolo gregge”. Di volenterosi, pieni di buoni sentimenti, ne è pieno il mondo:

“Leggo una corrispondenza che Diego Angeli ha inviato, da Parigi, al “Giornale d’Italia”. Vi si narra dei preti francesi alla guerra, dei preti sacerdoti, dei preti eroi. Tutto l’articolo è una lunga enumerazione d’episodi sublimi. La cosa pei nemici personali del Crocefisso è agra. Ne godo. Questi insopportabili preti, che furon cacciati dalla porta, rientrano dalla finestra e si vendicano. Questi impostori, questi corruttori, questi vigliacchi (soprattutto, così furon chiamati, questi vigliacchi) cattolicamente si vendicano, insegnando (invano!), in prima linea, su tutti i campi di battaglia francesi, ai gloriosi abolitori di Dio, rifugiati patriotticamente a Bordeaux, come si combatta e si muoia. La persecuzione, la calunnia, il vilipendio, il ladrocinio, la violenza, le sopraffazioni d’ogni genere dei gloriosi abolitori di Dio rifugiati, nell’ora del ferro e del fuoco, patriotticamente a Bordeaux, non hanno valso a schiacciarli. Sugheri che, se li calchi, si rialzano, erba che, se la falci, rispunta, schegge della Croce che in ogni naufragio galleggiano, questi insopprimibili preti – istituzione misteriosa – sanno che non passeranno se non passi il mondo. Il mondo s’è ingegnato di scoterseli da dosso, e son rimasti ritti. Il mondo ha scatenato l’uragano della Riforma, e son rimasti ritti. Il mondo ha scatenato il cataclisma della Rivoluzione Francese, con l’avanguardia dell’Enciclopedia e la retroguardia del terrore, e son rimasti ritti. Il mondo ha fatto stamburare, per tutto il secolo decimonono, d’innanzi a tutti i portali delle chiese, una bagascia carica di lambicchi, di fornelli, di microscopi e di storte che chiamava sè, a gonfie gote, La Scienza e si vantava d’aver, su quei fornelli e con quei lambicchi, volatizzato il Creatore, e i preti – razza incuriosa perchè fissa in Cristo – hanno seguitato, ne’ templi semivuoti, senza voltarsi indietro, a celebrare la Messa. La cosa, per Monsieur Tout le Monde, superatore del Vangelo incominciava a diventare inquietante. Quand’ecco, all’improvviso, di contro all’empietà, qui rabbiosa, là oscenamente sonnolenta, d’una platea di bruti, s’è aperto, grondando sangue, il sipario, sull’odierna tragedia europea. Allora – episodio, dal lato morale, culminante – d’innanzi ad altari posticci, su tutti  i campi di battaglia della Francia invasa, si son visti i preti, ancora i preti, sempre i preti, tra lo scoppiar delle granate, elevar l’ostia consacrata sui reggimenti in ginocchio, e, subito dopo, deposti i paramenti sacri e afferrato il fucile, soldati, coi loro fratelli soldati, slanciarsi contro il nemico e morire. Tutto ciò per il molto rispettabile chimico-farmacista monsieur Homais – personaggio, ancora per poco, universale – è ben triste; ma tutto ciò vuol dire (bisogna confessarlo a denti stretti) che il legno della Croce è incommensurabile.

Italia – Germania 3 – 1

Ho scoperto un plagio! Un amico di quelli che non si dimenticano, anche se ti guarda da dietro una stella, spesso citava con la voce impostata, simile a certi attori usciti da una pellicola americana, una frase del “Trattato del Ribelle” di Ernst Junger. Scrive Junger: “Lunghi periodi di pace favoriscono l’insorgere di alcune illusioni ottiche.  Tra queste che l’inviolabilità del domicilio si fondi sulla Costituzione, che di essa si farebbe garante. In realtà l’inviolabilità del domicilio si fonda sul capofamiglia che, attorniato dai suoi figli, si presenta sulla soglia di casa brandendo la scure”.  Prima di Junger, il salvatico Giuliotti scriveva su “Tizzi e fiamme”: “chi vorrà mantenere incontaminato, nella famiglia, il tesoro ideale degli avi, bisognerà che, sulla soglia della propria casa, lo difenda ormai vandeanamente, con la pistola e il pugnale.” Insomma, l’irreprensibile tedesco è stato scoperto con le dita nella marmellata italica … Nell’eterna sfida con l’invincibile Germania una volta ancora possiamo gridare: Tardelliiii, Tardelliiii goooal!

Lo sguardo del leone

lorenzo lotto (2)

Fra’ Gregorio effigiato da Lotto giunge a noi dalla notte dei tempi per dirci che c’è un altro modo di stare al mondo. Piantati in Cristo e forgiati dalla Parola per riprenderci ciò che ci spetta, la vera fede che è pietra angolare su cui poggia il suo e il nostro corpo. Il pugno chiuso contro di sè e la mano aperta verso gli altri sono poi viatico per entrare nel crepuscolo all’orizzonte, l’ora che precede la notte, con lo sguardo impavido del leone, il leone di San Girolamo.

Uscire allo scoperto

ortodossi

Uscire allo scoperto o in campo aperto per dare testimonianza al mondo che ciò che la barbarie nichilista calpesta, risorge – come la Fenice – nel viandante che inciampa tra le braccia del suo Creatore; storie, volti, persone di cui la nuova tirannia non parla perchè irriducibili cavalli di Troia nel territorio comodo dell’egotismo straripante. In principio fu Domenico Giuliotti, il primo salvatico, araldo di Santa Romana Chiesa, nemico giurato dei palloni aerostatici che offuscano la luna. Non lo troverete nelle librerie imbellettate del niente moderno. Montagne di cellulosa intorno al gorgoglio degli ombelichi e alle meccaniche frenetiche dei genitali. Lo chiamano Progresso, la chiamano Liberazione, ma è solo imbestiamento.  Giacomo Biffi – grande, grandioso Principe della Chiesa – di lui dice che è stato uomo dalla fede ispida e spigolosa. Morto nel 1956, in tempo per non vedere l’avvento di una cristianità priva di spina dorsale che ha barattato il peccato con l’errore e la salvezza delle anime con le mense della Caritas e le riffe parrocchiali. Ciò che non ha visto aveva tuttavia previsto nei lampi premonitori e scomodi di una scrittura da trincea. In “Umilissime scuse” mena fendenti contro i cattolici “moderni e aperti” scandalizzati dalla prosa villereccia dell’Omo Salvatico. I cattolici “aperti” – dice – sono coloro che a forza d’apertura non si accorgono di aprire la porta ai loro nemici. I cattolici “moderni” sono quelli pronti a far mercato della verità, nè caldi nè freddi, buoni solo per essere vomitati.   Per questi Cristo, dice il nostro in “Tizzi e fiamme”, non è più Via, Verità e Vita, piuttosto viottolo; verità sì, ma arretrata; vita sì, ma puerile, fatta per la puerizia. La Via Maestra, la Verità “attuale”, la Vita viva, virile, dinamica, piena, al tempo d’oggi, è soltanto in quel fagotto di carne chiamato uomo libero. Se questo è un uomo allora bisogna avere il coraggio di dirsi medievali … Medioevo, medioevo, tempo di cattedrali che guardano al cielo, tempo di relazioni che si inarcano, in perfetto equilibrio, a imitazione delle volte gotiche, tempo di santi, cavalieri e contadini infinitamente più alti dei nani contemporanei: “uomini animali tutti bocca e ventre, che si trascinano col muso a terra, dall’utero al sepolcro, masticando e stercando”.

L’incipit

Tra le mani “pietra, verso, flauto” di Gottfried Benn. Apro a caso e leggo: “Ciò che non esprimete non esiste”. L’iperbole virtuosa del poeta tedesco arriva dritta come una saetta …

Passare al setaccio livide parole per trasformarle in canto. 
Potarsi, stare nelle radici dentro al cerchio 
Attendere solitari ciò che germoglia e cresce. 
E poi sprizzare tralci, fare primavera
rivolti al sole come girasoli in festa.
Sanctus Sanctus, Dominus Deus,
grida la foresta.