Santorum

Ho poca confidenza con gli States, c’è un Oceano di mezzo e distanze incommensurabili per qualsiasi aquilone. Non mi aiuta l’aver saltato a piè pari torrenti di carta igienica intorno al gorgoglio degli ombelichi. Questa è roba per i nipotini della Pivano, per quel che mi riguarda, come dice qualcuno, “leggo solo ciò che ha il profumo del sacro” … In qualche modo, ho sempre pensato di non avere molto in comune con gente che parla con la molletta al naso; che passa le proprie vacanze romane tra il bar e la piscina dello Sheraton, lo stesso bar e la stessa piscina di qualsiasi capitale del mondo; che si consuma in fila per l’ultimo prodotto della apple. Per me l’uomo nuovo, l’uomo futuribile, viene da un lontano passato. E’ proprio quel monaco lì, incontrato l’altro giorno nell’abbazia di Casamari … Mi ascolta, in silenzio, e dice tre parole, quelle giuste per rimettermi al mio posto, il resto è soltanto cinematografo. Ma se vuoi vedere le nubi all’orizzonte ci devi pur mettere il naso nelle cose del Nuovo Mondo. E allora rimani stupito da un candidato alla Casa Bianca, tale Santorum, che ha sette figli con una sola moglie, non con sette vagine di passaggio … E’ incredibile come l’Ideologo Planetario ci voglia proprio così, non più persone, ma sezionati come le parti di un suino …! Per tornare al nostro Santorum, sappi che è uno che accoglie, nella sua famiglia, la vita più fragile e indifesa che un malinteso senso di autodeterminazione vorrebbe rifiuto ospedaliero. Uno che dice che l’amicizia erotica alla Kundera non ha nulla a che fare con l’unione tra un uomo e una donna che ha l’anelito dell’assoluto e il respiro di cose eterne. Uno che ha sparigliato l’agenda politica dicendo cose che gli altri non dicono: che l’America è affetta da una pandemia da pornografia che costituisce una minaccia per i matrimoni e diffonde misoginia e prostituzione; che le ricerche oggi disponibili dimostrano che la pornografia provoca dipendenza e cambiamenti profondi nella mente dei bambini e degli adulti e che bisogna combattere questo flagello per difendere gli americani … Finalmente qualcuno che non parla solo di banche e debito pubblico. Come vorrei che qualche politico nostrano seguisse il suo esempio, certo non gli mancherebbero i nemici …! I suoi detrattori, infatti, lo accusano  di essere un ultradizionalista perchè crede che in principio era il Verbo e non la scimmia e perchè pensa che in amore ci si dona all’altro senza riserve “preservative”. Io non lo so, di queste etichette non ci capisco nulla, a me sembra soltanto un cattolico osservante … Una parolina voglio dirla a quelli che si sbizzarriscono nel definirlo  “materia fecale a volte prodotta da un rapporto anale“. Sono gli stessi che scendono in piazza per difendere la dignità omosessuale, ma per quanto riguarda il rispetto della dignità degli altri neanche a parlarne …

Saint Patrick’s day

A te, che nel giorno di San Patrizio vai con gli amici al pub per tirar lungo fino al mattino, solo per divertirti, solo per fare casino, voglio parlarti di questo santo, patrono d’Irlanda. Venne rapito dagli ibernesi, fatto schiavo,  poi fuggito e tornato con in capo la mitra per diventare loro pastore. Cosa ci dice, oggi, il santo con il trifoglio in mano? Che abbiamo una responsabilità verso i nostri aguzzini, verso quelli che hanno tradito, mancato, ferito. E’ solo l’agnello immolato che guarisce, risana, pulisce. Non l’avevi ancora capito? Tutte le volte che ho cambiato registro è perchè me lo sono trovato davanti ai piedi! Aspetta, non ho ancora  finito, ho qualcos’altro da dirti: un uomo solo, consapevole della sua missione, può cambiare il destino di una moltitudine. Questo è stato Patrizio per la gente d’Irlanda, per le colline inebriate di verde e le distese di croci con il cerchio del sole. Quando stanotte leverai il calice all’amicizia, ti prego, ricorda queste cose … In alto i cuori …

Riprendiamoci le chiese

L’avevo preparato con cura quel viaggio, senza lasciare nulla al caso, pezzo dopo pezzo il mio mosaico aveva preso forma, era diventato un luogo, uno spazio, da contrapporre ai non luoghi del nostro tempo. Mi sono detto,  se le ruvide pietre hanno attraversato la storia per giungere fino a noi, sempre al loro posto, quel modo di stare al mondo avrà qualcosa da dirci, qualcosa da raccontare alle nostre vite. Avevo capito, quindi, che bisognava stare lì, proprio in quel posto, per mettersi in ascolto delle pietre mute. Allora una torre non era più soltanto una torre, ma un invito a raggiungere una prospettiva più alta per avvistare i nemici che avanzano all’orizzonte. Una garitta non solo una semplice garitta, ma l’invito a presidiare, come una sentinella, le porte dei sensi minacciate dalle lusinghe del mondo. Meditando queste cose mi ero dato una destinazione: la Cattolica di Stilo, alla scoperta della Calabria bizantina. E’ incredibile come si sia attratti da ciò che non ci appartiene. Cresciuto tra le imponenti navate delle basiliche romane, andavo alla ricerca di piccole chiese, quasi come case, sulle pendici riarse della costa ionica. Giunto sul posto avevo davanti a me una chiesa in miniatura. Pianta quadrata iscritta in una croce greca, alla base un cubo sovrastato da quattro cilindri ricoperti da altrettanti coni schiacciati. Geometria della grazia, semplice come le costruzioni dei bambini. Varcata la soglia, due custodi apparecchiati gustavano un piatto di rigatoni al sugo. L’odore di taverna si espandeva nel luogo sacro dove le pietre per secoli erano state imbevute d’incenso. Mi sono attaccato alla campana come per richiamare la popolazione dall’invasione saracena. I custodi del disordine mi richiamavano all’ordine e proseguivano incuranti nella loro profanazione. Da allora mi è chiaro che le chiese senza culto sono vetrine dove il sacro si mostra  imbalsamato agli increduli adoratori del nulla. Peggio ancora le chiese chiuse dove i Cristi agonizzano sulla croce, al buio e in completa solitudine, sotto le ragnatele …

Elogio della pecorella

manifestante no tav

Un manifestante No Tav insulta un carabiniere dandogli della pecorella. Lui non sa, e non può sapere, che ciò che è ingiuria per il mondo è vanto per i cristiani. Quelli che portano al collo la croce stanno al mondo “come pecore in mezzo ai lupi”, nell’arena con i leoni, a ridosso della belva famelica, pronti a farsi pasto purchè nessuno rimanga smarrito … Quelli con al collo la croce sono il “piccolo gregge” cui è stato promesso il Regno, pecore che il pastore conosce e che conoscono il loro pastore … Mi ha sempre colpito la “pregnanza semitica” del verbo “conoscere”, l’intima relazione che ne scaturisce … Non più atomo, che si sbatte impazzito, ma ovile, docile compagnia sulle strade del mondo con avanti il pastore … Dice Giacomo Biffi “il titolo più alto della nostra dignità è quello che ci proviene dal fatto di essere annoverati nel gregge di Dio. Questa è la nostra fortuna, la ragione più autentica della nostra nobiltà, il fondamento della nostra speranza. Le prerogative di qualsivoglia altra funzione non sono paragonabili alla ricchezza ontologica, al valore salvifico, alle garanzie escatologiche che ci vengono dalla nostra condizione di pecore del Signore.”