I diritti dionisiaci

 Carnival Monday parade in Duesseldorf

Il Ministro dell’Interno francese ha dichiarato che l’ostensione adulatoria delle minne sulle spiagge patrie è un diritto fondamentale della Repubblica. Al riguardo, la penso come Simone Weil la quale sosteneva che l’uomo ha dei diritti soltanto in relazione al punto di vista degli altri, ovvero, nella dimensione in cui gli altri si riconoscono degli obblighi verso di lui. Quindi un diritto è sempre condizionato e sorge all’interno di una dinamica di relazione. Per questo le dune di carne che spuntano dalla sabbia sono forse un’esposizione soave e autocelebrativa delle meraviglie del creato ma non rientrano nella categoria dei diritti. Se proprio ci tenete alla recita burlonesca dei principi repubblicani chiamateli pure, tra frizzi e lazzi, diritti dionisiaci. 

Una tribù che balla

L’Ufficiale gentildonna che ha fatto danzare al ritmo di Jerusalema gli allievi della scuola della Marina di Taranto forse ha confuso l’esercito per la tribù che balla al Jova Beach Party. Una distesa di “raga” a piedi nudi sulla spiaggia che hanno cantato, sudato, amato, sotto il solleone, con il volume a palla. Come dice Saviano, è tutto molto umano, se non avessi visto, alle prime luci dell’alba, quegli stessi giovani fuggire a gambe levate davanti a testuggini di scarafaggi che sbucavano compatte sopra la sabbia …

 

Il primo Re


Nell’ultimo scampolo di questa estate ho visto senza di te il film di Matteo Rovere dal titolo “il primo Re”. Allora te ne voglio parlare perché tra di noi non ci sia nulla che non sia condiviso. La lotta di Romolo e Remo per la conquista del cerchio (il pomerium) è innanzitutto una sfida contro la natura matrigna, fiumi che rigurgitano, boschi che respingono, desolanti praterie che attendono uomini in armi. Ma quello che più impressiona è l’impronta felina del dio pagano che smuove uccide divora e sbrana per appagare i suoi sadici desideri. Dio del terrore e dell’assoggettamento, invocato e adulato da pupi senza fili che offrono carne umana che esala incenso … Ora mi è chiaro che il terrore del sacro non ha nulla a che fare con il timore di Dio. Dice Sequeri che il timore del Dio che chiamiamo Abbà è, invece, una condizione di maturità della fede allorché viene a riconoscersi come docta ignorantia all’interno di una relazione di cura e sublime approssimazione. Insomma, è quell’audace modestia dell’autentico saggio che per quanto possa aver a lungo camminato in cuor suo sa di non avere ancora  cominciato.

Il professore e il pazzo

Ho visto sotto le stelle il “Professore e il Pazzo”. La rappresentazione cinematografica della redazione del più grande dizionario linguistico, l’Oxford English Dictionary.  Sono rimasto impressionato dalla capacità di ambizione dell’età vittoriana, dalla volontà indomita e incoercibile di cimentarsi con un’impresa impossibile. Mel Gibson, nelle vesti del professor James Maley, è un onnivoro autodidatta capace di oscurare i paludati parrucconi di Oxford. Sean Penn, nelle vesti di W.C. Minor, è un medico allucinato dalla guerra che compensa la devastante deflagrazione delle bombe con la circolazione raffinata delle parole. Tra i due nasce un sodalizio come tra due alpinisti sospesi sopra l’abisso. Maley in visita al manicomio di Broadmoor esclama a Minor “siamo una squadra!”. La risposta del pazzo sull’orlo del precipizio è: “consanguinei … fratelli”. Da lì in poi i due destini si fondono, si fonda tra i due una comunità di destino … E’ incredibile osservare come la concentrazione su un’opera che ci supera sia capace di estrarci, magari solo per un momento o per una vita intera, dalla nostra ineluttabile follia. E’ consolante constatare come soltanto la capacità di sentirsi amati sia in grado di redimerci da ciò che ci corrode e avvita …

Monaci o criminali

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Dopo aver visto al cinema “Le confessioni” di Roberto Andò mi sono domandato se l’autore avesse letto il Tolemaico di Gottfried Benn ove sta scritto: “Il secolo a venire avrebbe ammesso ancora soltanto due tipi, due costituzioni, due forme di reazione: da una parte quelli che agiscono e ambiscono, dall’altra quelli che in silenzio aspettano la metamorfosi -: criminali o monaci, non ci sarà più nient’altro”.

La ballata “The Fields of Athenry”

Strano popolo gli Irlandesi. Quando risuona la ballata “The Fields of Athenry” si alzano tutti in piedi e cantano all’unisono quasi fosse l’inno nazionale. Eppure qui non si narra di poeti, eroi, navigatori astrali, ma di un ladro di granturco, ribelle contro la carestia e la corona. Di un’amore che va oltre le sbarre e diventa nostalgia, preghiera, pianto … Strano popolo gli Irlandesi!

Pubblicità Progresso

La pubblicità di un amaro calabrese incita le donne alla copula con il proprio capo. Niente di strano, anche nel mondo animale le femmine scelgono il maschio più forte per garantirsi la preservazione del patrimonio genetico. Certo è che la tanto decantata emancipazione sessuale la dice lunga sul nostro  imbestiamento!

 

Be TRANSported!

Ti hanno fatto credere che passare da qui a là sia una cosa facile, una passeggiata … Anzi, un bel viaggio da Napoli a Catania trans-portato, trastullato, dai flutti del mare. Hai voluto credere che prendere il largo, nel mare aperto e senza confini, sia la vera libertà, sia la tua felicità. Tuttavia, attenzione ai pirati e al mal di mare e all’insostenibile nostalgia della terra …