Li pastori dormono nell’amor proprio

 

“Oimé, oimé, disavventurata l’anima mia! Aprite l’occhio e ragguardate la perversità della morte ch’è venuta nel mondo, e singolarmente nel corpo della santa Chiesa. Oimè, scoppi il cuore e l’anima vostra a vedere tante offese di Dio. Vedete, padre, che l’lupo infernale ne porta la creatura, le pecorelle che si pascono nel giardino della santa Chiesa; e non si vede chi si muova a trargliele di bocca. Li pastori dormono nell’amor proprio di loro medesimi, in una cupidità e immondizia: sono sì ebbri di superbio che dormono e non si sentono, perchè veggono che il diavolo, lupo infernale, se ne porti la vita della Grazia in loro e anco quella dei sudditi loro. Essi non se ne curano: e tutto n’è cagione la perversità dell’amor proprio. Oh quanto è pericoloso questo amore nelli prelati e nelli sudditi! … Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la sposa di Cristo è impallidita, toltogli è il colore, perchè gli è succhiato il sangue da dosso, cioè  che il sangue di Cristo, che è dato per grazia e non per debito, egli sel furano con la superbia, tollendo l’onore che debbe essere di Dio, e dandolo a loro …”

Santa Caterina

P.S.: sullo stato del clero al tempo del coronavirus …

1 commento su “Li pastori dormono nell’amor proprio”

  1. Son sempre indeciso se scrivere un articolo critico, ma non ideologico, sull’opera della chiesa nel periodo che stiamo vivendo (coronavirus compreso).

    Passare da un giudizio ad essere moralisticamente colui che punta, il dito la strada, a volte è fin troppo breve.

    Un giorno forse lo scriverà anch’io quest’articolo…

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