Caro Lorenzo, ho ascoltato con gli occhi sbarrati il racconto della tua caduta sul monte Terminillo, giù per oltre cento metri senza la possibilità di una presa, senza la possibilità di un appiglio. Ti ho chiesto, con qualche indiscrezione, cosa provavi mentre precipitavi in basso come una roboante slavina … Vedi, in qualche modo ritengo che la contemplazione della Passione di Cristo è prefigurazione proprio di questo momento. Dove i gladiatori segnano il passo i cristiani entrano nell’agone. I meravigliosi Cristi spagnoli, agonizzanti sulla croce, ci dicono esattamente questo. Quando le forze soccombono, quando si perde la presa, quando le cose della vita ci inchiodano senza la possibilità di reazione, c’è ancora una missione da compiere, c’è ancora una testimonianza da dare. Il termine agonia, infatti, che ha la stessa radice di agone e agonismo, sta proprio a significare che, anche nell’ora estrema, siamo chiamati al combattimento.