La porta

Sai perché le parole latine hospes (ospite) e hostis (nemico), sebbene  agli antipodi, hanno la stessa radice? Perché gli antichi, pur considerando sacra l’ospitalità, ne coglievano la potenziale ambivalenza. È vero infatti che, nel mito di Filemone e Bauci, Zeus ed Ermes bussano alla porta nelle vesti di due mendicanti, ma è anche vero che quando abbassi la guardia ti ritrovi dentro le mura il cavallo di Troia. Anche nei Vangeli c’è una chiara distinzione tra chi entra nel recinto dalla porta (il pastore) e chi il recinto lo scavalca (il ladro e il brigante). Per quelli che compaiono all’orizzonte, quindi, c’è una Fortezza Bastiani da spolverare, proprio laggiù, al limite estremo, dove s’agita  la frontiera. I cattolici aperti e moderni, obnubilati dal processo di autodenigrazione e di liquidazione della propria identità, sembrano aver dimenticato questa elementare evidenza …

L’uomo che abbracciava le onde

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Non dirmi che se crolla una chiesa, una chiesa vuota,  la faccenda riguarda solo ingegneri, architetti e seriosi funzionari dei Beni Culturali. Potrei darti ragione per il crollo di un ponte, ma non di una chiesa, di una chiesa vuota … Poni attenzione. Ascolta. Se frana una montagna è forse colpa solo della pioggia? Dimmi, chi ha consentito che l’uomo abbandonasse le valli e i boschi, e la cura delle cime frondose, lassù, più su, fin sopra alle vette? Cosa faceva il padrone mentre i buoi  fuggivano dall’umile stalla? Vieni qui. Aspetta. Voglio sussurrarti qualcosa all’orecchio. Devi sapere che il padrone se ne stava lì, sulla banchina del porto, con la candida veste talare, intento, assorto, ad abbracciare le onde …