Nascondino

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Mi hai detto che noti in te dei campanelli di allarme, una sconclusionata malinconia che ti ha convinto ad affidarti ad un camice bianco. Sono rimasto muto, senza aprire bocca, qualsiasi cosa avessi detto ne avrei ricevuto soltanto disprezzo … Ormai da tempo, intenti a scalare le proprie vette, abbiamo smesso di lanciarci segnali di fumo … Mentre parlavi dietro alla tua corazza pensavo a una storiella dei Chassidim che ora ti sussurrò all’orecchio: c’era una volta il nipote di Rabbi Baruch, il ragazzo Jehiel, che giocava a nascondino con un altro ragazzo. Egli si nascose bene bene e attese che il compagno lo cercasse. Dopo aver atteso a lungo uscì dal nascondiglio; ma l’altro non si vedeva. Jehiel si accorse allora che quello non l’aveva mai cercato. Questo lo fece piangere, piangendo corse nella stanza del nonno e si lamentò del cattivo compagno di gioco. Gli occhi di Rabbi Baruch si empirono allora di lacrime ed egli disse: “Così dice anche Dio: Io mi nascondo, ma nessuno mi vuole cercare” … Anch’io sono dispiaciuto per quello che ti è successo, ma non per te che tanto non vuoi capire (Dio ci lascia liberi di sceglierci i compagni di gioco), ma per quel bambino che mentre guardi dall’altra parte continua a giocare da solo …