Il primo Re


Nell’ultimo scampolo di questa estate ho visto senza di te il film di Matteo Rovere dal titolo “il primo Re”. Allora te ne voglio parlare perché tra di noi non ci sia nulla che non sia condiviso. La lotta di Romolo e Remo per la conquista del cerchio (il pomerium) è innanzitutto una sfida contro la natura matrigna, fiumi che rigurgitano, boschi che respingono, desolanti praterie che attendono uomini in armi. Ma quello che più impressiona è l’impronta felina del dio pagano che smuove uccide divora e sbrana per appagare i suoi sadici desideri. Dio del terrore e dell’assoggettamento, invocato e adulato da pupi senza fili che offrono carne umana che esala incenso … Ora mi è chiaro che il terrore del sacro non ha nulla a che fare con il timore di Dio. Dice Sequeri che il timore del Dio che chiamiamo Abbà è, invece, una condizione di maturità della fede allorché viene a riconoscersi come docta ignorantia all’interno di una relazione di cura e sublime approssimazione. Insomma, è quell’audace modestia dell’autentico saggio che per quanto possa aver a lungo camminato in cuor suo sa di non avere ancora  cominciato.

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