Avete spento il cielo!

Nel martirio di San Pietro del Guercino la scena si sviluppa su un piano orizzontale ed uno verticale.  L’Apostolo  sembra  estraneo e per nulla turbato dall’accanimento degli aguzzini sul suo corpo. Il suo sguardo è fisso al cielo, assorto nella visione consolante dell’angelo che indica la via che porta al  Padre … Accuso il tempo moderno per averci spento il cielo e spinto nei baratri sospesi della nostra esistenza, dove dimorano i lombrichi, pronti per essere scaricati dal prossimo sciacquone nella grande cloaca.

Il cibo dei forti

Le fibre dei tronchi hanno vibrato l’altra notte quando nel bosco è arrivata l’eco dell’omelia del Pontefice nel giorno del Corpus Domini. Sembra di risentirla la sua voce  calma e ferma, scandita secondo il ritmo del suo respiro profondo, filtrata attraverso le foglie sino alla radice degli alberi. Parla di Gesù che apparve a S. Agostino e gli disse: “Io sono il cibo dei forti. Cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me”. Poi spiega: “mentre il cibo corporale viene assimilato dal nostro organismo e contribuisce al suo sostentamento, nel caso dell’Eucarestia si tratta di un Pane differente: non siamo noi ad assimilarlo, ma esso ci assimila a sè.” … Apro il mio taccuino e leggo la preghiera di Simeone dopo aver assunto le Sacre Specie: “Tu che sei fuoco, non bruciare me, mio Creatore; piuttosto passa attraverso tutte le mie membra, tutte le giunture, tutte le mie viscere e brucia le spine delle mie mancanze, inchiodami con il tuo timore. Purificami, lavami, abbelliscimi, e allontana da me, come da fuoco, ogni mal fatto, essendo io fatto tuo tempio”.

Lo sguardo del leone

lorenzo lotto (2)

Fra’ Gregorio effigiato da Lotto giunge a noi dalla notte dei tempi per dirci che c’è un altro modo di stare al mondo. Piantati in Cristo e forgiati dalla Parola per riprenderci ciò che ci spetta, la vera fede che è pietra angolare su cui poggia il suo e il nostro corpo. Il pugno chiuso contro di sè e la mano aperta verso gli altri sono poi viatico per entrare nel crepuscolo all’orizzonte, l’ora che precede la notte, con lo sguardo impavido del leone, il leone di San Girolamo.

Noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli …

Ci sono suoni, immagini, odori che rimandano a qualcos’altro, capaci di proiettarci nel nostro passato. Quasi come salire sulla macchina del tempo per un viaggio a ritroso nelle pieghe recondite delle nostre emozioni. Così è per me ogni volta che rivedo Kenneth Branagh nelle vesti di Enrico V arringare i suoi uomini prima della battaglia di Agincourt. Potrei descrivere come fosse oggi quella sera di molti anni fa quando ho visto per la prima volta questo film insieme ad una allegra ciurma di universitari, un pò folli, un pò ribelli, ultimi epigoni di un’età sepolta. Ero a casa di uno di loro, una casa siciliana a ridosso della Sapienza, covo, ritrovo di questi inguaribili sognatori, sempre controcorrente come i salmoni, stretti, costretti tra l’indifferenza e l’odio della moltitudine benpensante. Loro sì che li conoscevano i versi di Shakespeare, rimati, cantati a sigillo della loro amicizia: “Noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli” … questi sapidi temerari abitavano per scelta avamposti di frontiera dove fischiano gli spari dei cecchini … A distanza di anni, quando ho sentito proclamare il Vangelo di Giovanni: “Questo è il mio comandamento: dare la vita per i propri amici” ho rivisto scorrere davanti ai miei occhi tutti loro volti.

Be TRANSported!

Ti hanno fatto credere che passare da qui a là sia una cosa facile, una passeggiata … Anzi, un bel viaggio da Napoli a Catania trans-portato, trastullato, dai flutti del mare. Hai voluto credere che prendere il largo, nel mare aperto e senza confini, sia la vera libertà, sia la tua felicità. Tuttavia, attenzione ai pirati e al mal di mare e all’insostenibile nostalgia della terra …

Agli uomini non veri

 

decalogo_uomo_vero (2)

Credevo di essere voce di uno che grida nel deserto, come il vegliardo di Olmi nel “Mestiere delle armi”, eterno Isaia che urla contro i Lanzichinecchi: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente?” … Poi invece mi sono imbattuto nei versi veri su uomini non veri di Gemma Gaetani e mi sono dovuto ricredere. Ritratto impietoso sui crapuloni contemporanei dediti alla masturbazione su Pornotube, eppure, convinti assertori del femminismo e dichiarati non violenti. Guai a cercare di tirarli fuori dal fango in cui sguazzano. Questi suini si dimenano e puntano i piedi snocciolando a menadito studi sugli scimpanzè pigmei. Sulle loro felici e illimitate copule omosessuali, eterosessuali, bisessuali.  Sui loro riti di ispezione, presentazione, visitazione dei genitali. Sulla masturbazione reciproca e il sesso orale tra le scimmie. Scimmie, appunto! “Non uomini capaci di parlare di famiglia – dice la Gaetani – con quella forza con cui una bottiglia si spacca sopra un tavolo e si prende in quelle scene di risse stupende dove uomini veri fanno a pezzi l’idea corrente di uomini mezzi”. Agli uomini mezzi, disossati contemporanei, la nostra vomita la sua femminilità sfinita: a questi non uomini – dice – “che mandano melensi sms di “Buona nottina”, incresciuti ormai privi di qualsiasi vitalità, tutti chiacchiere e menzioni, lamenti ambulanti, lagna per principianti, senza dignità, senza continenza, afflitti dal disturbo ossessivo di esprimere il proprio bambino interiore; a questi non uomini spappolati senza più testosterone che parlano dei loro divorzi, delle proprie ex traumatizzati come da una bomba; inetti senza patente e senza i soldi per un taxi; che blaterano sul rispetto che l’uomo dovrebbe portare alla donna e poi ti fanno pagare la cena; zuccherosi come gattini e dimentichi che il gatto adulto quando possiede la gatta la tiene per il collo con i denti; a questi atei o agnostici (“Buon Natale anche se, peraltro, io non credo”, dicono via sms) che si definiscono tali con fierezza per aver letto due libri e tre frasi di Nietzsche mezza di Carmelo Bene” e si pasciono di quell’idiozia dell’apparire alla Madonna. A tutti costoro, all’uomo imbestiato, sfinito, sfibrato, Gemma Gaetani lancia un ultimo, disperato grido: “Diventa un tradizionalista, inizia a credere in Dio, pregando il miracolo di farti diventare un vero uomo oppure ammazzati!”.