Foss’anche un bastardo …

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Qualche giorno fa sono stato ad un funerale a Frosinone. Poi ho accompagnato il feretro in un piccolo cimitero di paese, sotto l’ombra di un cipresso accigliato. Durante il tragitto i passanti si fermavano e si segnavano con la croce. Di rientro a casa ho visto le immagini dell’assalto al feretro di Priebke: calci, pugni, sputi contro una salma inerme. Qui sta la linea di confine tra due mondi: gli abitanti della Selva che presidiano territori dell’anima dove il diritto alle esequie e alla degna sepoltura sono riconosciuti anche al nemico, foss’anche un bastardo; e i cittadini della Repubblica, liberi e progrediti, che chiamano i primi selvaggi, ma che hanno cancellato, con un tratto di penna, una parola dal sapore antico: misericordia …