Le Pussy Riot e la Casa delle Libertà

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 Ve la ricordate la Casa delle Libertà di Corrado Guzzanti dove si pisciava liberamente sul divano, si prendevano a picconate le pareti, si ruttava a tavola e si mangiavano i tonnarelli al sugo spalmati per terra? Guai a dire che questo non si poteva fare, gli “Uomini della Libertà” ti rispondevano senza mezzi termini: “facciamo come cazzo ci pare!”, e incominciavano a inscenare un carnevale, con tanto di trenino, coriandoli e trombette varie … Non crediate che le Pussy Riot abbiano fatto qualcosa di diverso, qualche mese fa, all’interno della cattedrale moscovita dedicata a Cristo Salvatore. Si sono introdotte furtivamente nella chiesa  e una volta piazzate davanti all’iconostasi hanno incominciato a schitarrare e scalciare neanche fossero cavalli, inscenando una canzone anti-Putin con espliciti accenni al patriarca russo candidamente definito “cane”. Il ritornello ripeteva ossessivamente: “’La merda, la merda, la merda del Signore” alla presenza sbalordita dei fedeli in preghiera … Le cantanti, vere “Donne della Libertà”, sono state ritenute colpevoli di teppismo e odio religioso secondo l’articolo 213, parte 2, del codice penale russo e condannate a due anni di carcere … E’ notizia di questi giorni che l’intero “Popolo della Libertà” ha chiesto la liberazione di queste povere ragazze vittime del bavaglio russo contro il libero pensiero, la libertà di espressione  e i diritti umani. Si sono mobilitati artisti, cantanti, attori, comici, compreso il “pidiellino” Corrado Guzzanti … Dire che la pena è stata troppo severa è un conto, ma arrivare ad affermare che l’invasione di spazi sacri per i propri porci comodi è un diritto mi sembra un’esagerazione. Mi chiedo, può la libertà di espressione arrivare al punto da impedire, interrompere, ostacolare la pratica religiosa, foss’anche un rosario, nel luogo deputato al culto? La libera manifestazione del pensiero non deve essere sempre recessiva dinanzi all’esercizio del culto che è espressione fondamentale della  libertà religiosa? In Italia – anche dopo la riforma del 2006 dei delitti in materia  di religione – non è consentito turbare o impedire l’esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose a pena della reclusione fino a due anni, esattamente quella comminata alle Pussy Riot. Se il fatto-reato è, invece, commesso con violenza o minaccia  sulle persone, la reclusione è addirittura da uno a tre anni (art. 405 c.p). Che dire, uomo avvisato mezzo salvato …

La balaclava e il burqa

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Le attiviste di Femen, con fallica moto-sega, hanno abbattuto l’albero della croce a Kiev, in segno di protesta contro la chiesa ortodossa. Alcuni anni fa i talebani afgani fecero saltare a suon di dinamite le statue del Buddha nella valle del Bamiyan. I libertari, da un lato, e i fondamentalisti, dall’altro, possono definirsi, a pieno titolo, i nuovi iconoclasti, adepti della desertificazione planetaria. E’ proprio così, nel punto in cui il serpente si morde la coda gli opposti coincidono. Dopotutto tra la balaclava e il burqa non c’è molta differenza. È il trionfo dell’uomo-massa, senza faccia, senza volto, indifferenziato come l’onda. Non più persona ma personaggio in cerca di un palcoscenico nel mondo. Questi adoratori del nulla vogliono catapultarci una volta ancora nella tragedia greca. Da qui trae origine il termine persona, dal greco prosopon, ovvero, la maschera dell’attore con cui si sceglie di recitare la vita rinunciando a viverla. Devi sapere che è stata la teologia trinitaria a riconoscere, per la prima volta, la persona per quello che è: una relazione d’amore. È giunta l’ora di gettare la maschera per riscoprire che nel volto di ciascun individuo si nasconde un’ipostasi divina, che il fine della persona è la sua “progressiva divinizzazione”, il recupero di quella che Moretti Costanzi definiva la “terrenità edenica”, la nostra più autentica natura.

La ballata “The Fields of Athenry”

Strano popolo gli Irlandesi. Quando risuona la ballata “The Fields of Athenry” si alzano tutti in piedi e cantano all’unisono quasi fosse l’inno nazionale. Eppure qui non si narra di poeti, eroi, navigatori astrali, ma di un ladro di granturco, ribelle contro la carestia e la corona. Di un’amore che va oltre le sbarre e diventa nostalgia, preghiera, pianto … Strano popolo gli Irlandesi!

Imbestiamento o elevazione

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Nella pubblicità di Vivident Blast un padre confessa al figlio di essere, in realtà, sua madre. Il figlio a sua volta confessa al padre-mamma di essere una marionetta … L’Ideologo Planetario ci vuole così: ha ucciso il Padre celeste e quello terreno per abituarci all’idea che, in fondo, un surrogato dai seni rotondi è più vero e giusto. Questo è l’inizio del processo di disumanizzazione e cosificazione che ci trasforma inesorabilmente in burattini legnosi schiavi del Mangiafuoco di turno. Possiamo scegliere di rinunciare, come Lucignolo, al progetto di redenzione pensato da Dio per noi. Possiamo invece proclamare, come Pinocchio, di avere un padre e cercarlo instancabilmente nelle perigliose vicende della nostra vita. Questo è quello che spiega Giacomo Biffi nel meraviglioso “Contro Maestro Ciliegia”. Dice Biffi “il senso del padre è la sola sorgente possibile della liberazione dalle molteplici, cangianti e sostanzialmente identiche tirannie che affliggono l’uomo”. A noi, quindi, la scelta dell’elevazione o dell’imbestiamento …