Guy Montag

 

Il giornalone fondato dal più intimo amico del Papa (lui si definisce così) ieri ha sparato fuochi d’artificio per la decisione del Ministro Speranza di somministrare il farmaco abortivo RU486 senza ospedalizzazione. In prima pagina l’articolo di fondo di Michela Marzano e il titolone “Aborto, cade l’ultimo no”, oltre a due paginone, zeppe, zeppe, di memories e autocelebrazione, hanno piazzato in primo piano (neanche fosse caduto il muro di Berlino) una non notizia. Mi sono domandato perchè, per quale ragione una simile sovraesposizione, in tempi di pandemia, rivolte libanesi, crisi dell’economia. La risposta che mi sono dato è che sono in atto le prove tecniche di trasmissione del big party che verrà inscenato, a settembre, con l’approvazione della legge bavaglio contro l’omotransfobia, quando l’apparato  repressivo ordito contro la libertà di opinione avrà spiegato per intero la sua incredibile potenza di fuoco. Tanto trionfalismo propagandistico è preordinato a dissimulare verità capolvolte in cui viene passata per conquista di un diritto comunque un fallimento; per farmaco un veleno; per il bene della donna l’aborto easy (senza pensiero, senza cura, senza riflessione); per tutela delle minoranze l’abolizione delle differenze. Il retropensiero di simili scelte è la paura dell’uomo contemporaneo, decostruito, liofilizzato, ridotto ad un pastone acritico e normalizzato, di  stare davanti al problema (il trauma dell’aborto, come anche la sconfitta o la morte), per cui l’unica soluzione diventa la rimozione del problema. E’ giunto il tempo descritto nel romanzo distopico, Fahrenheit 451, pubblicato nel lontano 1953, dove “dobbiamo essere tutti uguali: non tutti nati liberi e uguali, come dice la Costituzione,  ma tutti resi uguali”, in cui “ogni uomo deve essere l’immagine degli altri, perchè allora sono tutti felici, non ci sono montagne che li fanno tremare, cime cui devono confrontarsi”. In questo tempo, dell’infinito divertimento, di coriandoli, luci al neon e fiumi di buon vino, il pensiero è abolito, il contraddittorio è negato, i libri (causa di tutti i mali) sono bruciati dai nuovi pompieri (i custodi della pace mentale). Ma in questo tempo ci sarà ancora un Guy Montag che reciterà clandestino “La spiaggia di Dover” di Arnold Matthew:

“Ahi, amore, restiamoci fedeli! Perchè il mondo, che appare davanti a noi come una terra dei sogni, così vario, magnifico e nuovo, in realtà non ha gioia, amore e luce, né certezza, né pace, né rimedi per il dolore; e siamo in questa valle oscura, tormentati da timori e confusione, dissidi e fughe, dove gli eserciti dell’ignoranza si scontrano nella notte”.    

 

 

1 commento su “Guy Montag”

  1. ..ancora una volta, sagge parole.
    Parlano di “evidenza scientifica” senza fornire documenti, di disposizioni di legge senza capirne il senso. Pericolosi perchè stupidi o perchè in malafede?

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